Umberto Dei: Il Maestro della Bicicletta Italiana

 



Nel panorama della bicicletta italiana, pochi nomi sono così iconici quanto quello di Umberto Dei. Fondatore della sua omonima azienda, Dei ha contribuito a plasmare non solo l'industria delle biciclette in Italia, ma anche la cultura ciclistica del paese. Questo articolo vuole essere un omaggio a questo pioniere, esplorando la sua storia e il suo impatto duraturo nel mondo delle due ruote.


Gli Inizi

Umberto Dei nacque in Italia alla fine del XIX secolo, in un periodo in cui la bicicletta stava iniziando a guadagnare popolarità come mezzo di trasporto e come strumento di libertà. Da giovane, Dei si appassionò al mondo delle biciclette e decise di dedicare la sua vita a migliorare e perfezionare questo mezzo di trasporto.


La Fondazione dell'Azienda

Nel 1925, Dei fondò la sua azienda di biciclette a Milano, con l'obiettivo di produrre bici di alta qualità che potessero soddisfare le esigenze di una clientela esigente. Fin dall'inizio, l'attenzione al dettaglio e la passione per l'innovazione furono i pilastri su cui si basava la filosofia dell'azienda.


Innovazione e Qualità

Umberto Dei non si limitò a produrre biciclette; egli fu anche un innovatore. Introdusse diversi miglioramenti tecnici, come freni più efficienti e telai più leggeri, che resero le sue biciclette non solo belle da vedere, ma anche funzionali e durature. La sua dedizione alla qualità e all'innovazione gli valse numerosi premi e riconoscimenti, sia in Italia che all'estero.


L'Impatto Culturale

Oltre all'innovazione tecnica, Dei contribuì a plasmare la cultura ciclistica italiana. Le sue biciclette divennero simboli di eleganza e stile, e furono adottate da ciclisti professionisti e amatoriali. In un'epoca in cui la bicicletta era spesso vista come un mezzo di trasporto per i meno abbienti, Dei riuscì a elevarla a simbolo di classe e raffinatezza.


L'Eredità di Umberto Dei

Anche dopo la sua morte, l'azienda Umberto Dei continua a essere una presenza importante nel mondo delle biciclette. Le sue creazioni sono ancora oggi considerate tra le migliori in termini di qualità e design, e l'azienda continua a innovare, seguendo la filosofia del suo fondatore.

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Umberto Dei non è stato solo un costruttore di biciclette; è stato un visionario che ha visto nel ciclismo non solo un mezzo di trasporto, ma una forma d'arte e un simbolo di libertà. La sua passione e il suo impegno hanno lasciato un segno indelebile nel mondo delle biciclette, e il suo nome continuerà a essere associato all'eccellenza per molti anni a venire.

Bianchi Lido 1946 restauro conservativo

 

Bianchi Lido

Ringraziamo l'amico Fiorenzo Martini per il restauro effettuato su questa meravigliosa Bianchi Lido del 1946, quella di cui vi ho parlato in qualche post fa. 

È stata equipaggiata con un fanale in alluminio "Luxor" anni 40 in alluminio come il parafango posteriore. Dinamo "CEV Orion" sempre degli anni 40.



Manopole della "Plastiche Cassano" di colore grigio che col tempo, sono un po' ingiallite, con splendido paramanubrio "Amba" dell'epoca. È stato anche aggiunto un bronzino di marca sconosciuta. 




Cambio "Simplex Campione del Mondo" anni 40 con manettino correlato. Mozzi "Siamt Bianchi" con oliatori a fascetta. Gemma posteriore in vetro marchiata "Bianchi". Copertoni "Michelin tour du Monde" originali e poco consumati. Patacchino sul manubrio in alluminio con la mitica Aquila della "Bianchi". 




Guaine dei fili di colore grigio ripristinate come quelle originali. Pedali a quattro gommini di marca sconosciuta. 



Telaio verniciato con delle bellissime fiamme di colore azzurro come il canotto sterzo. Sella "Invincibile Produzione Italia"
Grande restauro, bel lavoro Fiorenzo! 








Smontare il freno a tamburo della bicicletta Saltafoss: Torpado Furia


Oggi vi mostro uno dei miei primi amori: la mitica Torpado Furia 16".
Ispirata alla blasonata Saltafoss creata negli anni 70 da Giulio Ceriani fu il regalo di compleanno per i miei 7 anni.
Nera opaca, con parafanghi in ferro gialli e cambio 3 rapporti stile automobile.
Sospensioni anteriori e posteriori (su queste con possibilità di regolare il carico) e freni a tamburo su entrambe le ruote

Torpado Furia Saltafoss

La bicicletta è ancora perfettamente funzionante ma i freni sono hanno perso un po' di "grinta" quindi ho provato a smontare i tamburi per fare manutenzione alle ganasce.
Qui di seguito la descrizione e qualche foto del lavoro:
Innanzitutto va smontata la ruota dalla forcella staccando il cavo del freno collegato alla leva.
Il tamburo è tutt'uno con il mozzo della ruota quindi vanno svitati il bullone esterno, il controdado e infine il cono del mozzo su cui scorrono i cuscinetti a sfera ingabbiati.

Bullone, controbullone e cono del mozzo

le due gabbiette con le sfere



Il mozzo è integrato all'interno del tamburo.

Gabbietta con sfere inserita nel mozzo integrato

La sede frenante su cui  fanno attrito le ganasce va pulita molto bene e soprattutto asciugata nel caso utilizziate solventi o lubrificanti. 



Va quindi controllata e revisionata la meccanica interna delle ganasce e delle molle del meccanismo di blocco.
La frenata con il freno a tamburo avviene nel momento in cui, azionando una forza sulla leva del freno, questa far espandere le ganasce verso la sede frenante, creando attrito e quindi rallentando e bloccando la ruota.






Una volta completato il tutto e soprattutto asciugato per bene tutta la meccanica frenante, va rimontata la ruota e regolata la tensione dei cavi che azioneranno il freno.



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